Proctologia Genova

Dott. Tommaso Testa

In evidenza

 

I vostri dubbi

  • Mi chiede M.S.:

    Buonasera il mio fidanzato è stato operato di cisti pilonidale...

    (leggi tutto)

  • Mi chiede C.M.:

    Sono una signora di 56 anni [...] Non riesco bene a controllare la tenuta dell’ano...

    (leggi tutto)

  • Mi chiede F.R.:

    Il mio fidanzato insiste da tempo per avere rapporti anali. Sono pericolosi?...

    (leggi tutto)

  • Mi chiede C.C.:

    Da alcune settimane mi è iniziato un prurito fastidiosissimo vicino all'ano...

    (leggi tutto)

  • Mi chiede R.S.:

    Una mia collega è stata sottoposta ad intervento chirurgico di emorroidi....

    (leggi tutto)

  • Mi chiede F.P.:

    A mia madre, di 76 anni, è stata diagnosticato un tumore del retto.....

    (leggi tutto)

 

 Leggi tutte le risposte

 

 

 

Chirurgia (quasi) senza dolore? Si può!

Il dolore postoperatorio rappresenta ancor oggi la principale preoccupazione del paziente cui, a seguito di visita proctologica, vengono diagnosticate emorroidi che necessitano di intervento chirurgico. Tutti i pazienti hanno un vicino di casa oppure un parente che è stato operato ed il cui racconto delle pene sofferte dissuaderebbe il più eroico degli uomini dal sottoporsi all’operazione. I più moderni cercano conforto in rete e, quando non vengano ulteriormente dissuasi dai forum (dove ovviamente scrivono gli scontenti) corrono il rischio altrettanto grave di essere attirati dalle promesse di nuove metodiche indolori  in grado di risolvere tutti i disturbi correlati alla patologia emorroidaria.

La realtà clinica della moderna proctologia (che nonostante il ritardo costituzionale rispetto ad altre nazioni anche in Italia sempre più va affermandosi come branca specialistica nell’ambito della chirurgia generale) ci consente di disporre di un complesso ed articolato ventaglio di possibilità terapeutiche. 

Va innanzitutto chiarito che solo il 10-15% dei pazienti che lamentano “generici disturbi emorroidari” e che si sottopongono a visita specialistica devono essere operati.

Le procedure di legatura elastica, scleroterapia, fotocoagulazione e criotrattamento conservano in mani esperte il loro significato terapeutico, sono praticamente del  tutto indolori e possono essere eseguite senza ricovero ambulatorialmente. Le complicanze sono evento raro. Con le indicazioni corrette anche i risultati a breve e medio termine sono lusinghieri.

L’intervento chirurgico di emorroidectomia tradizionale secondo Milligan Morgan rappresenta la procedura con cui tutte le metodiche devono confrontarsi. E’ certamente efficace, ancora oggi garantisce un minor numero di recidive ma è gravato da un più intenso e prolungato dolore postoperatorio. Grazie a strumenti di taglio “ freddi” come ultrasuoni e radiofrequenza (Ultracision, Ligasure) è oggi possibile diminuire sensibilmente il dolore postoperatorio regalando una seconda giovinezza a questa procedura (è nata nel 1937!) tanto da rendere possibile la esecuzione dell’intervento in regime di ricovero giornaliero (Day Surgery) ed in anestesia locale.

Gli interventi di pessia, siano essi la prolassectomia secondo Longo oppure realizzati sotto guida Doppler, anche se hanno indicazioni più limitate per pazienti nei quali sia preponderante il prolasso mucoemorroidario rispetto alla componente emorroidaria esterna, sono procedure con ottimo standard di sicurezza quando eseguite in centri specializzati e per così dire “quasi” indolori. Il rischio di sanguinamento è superato grazie a nuove suturatrici con maggiore capacità emostatica, non ci sono ferite né secrezioni né necessità di medicazioni. Ciò consente la più rapida ripresa della attività lavorativa del paziente.

Il mio consiglio è di rivolgersi quindi a specialisti che dispongano della padronanza tecnica nelle diverse metodiche e siano in grado di scegliere la procedura più adeguata per ciascun paziente. L’intervento per emorroidi, come un vestito di sartoria, va davvero confezionato su misura!