Proctologia Genova

Dott. Tommaso Testa

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Malattie a trasmissione sessuale (STI)

Sono le malattie infettive maggiormente diffuse, la cui incidenza ha una inarrestabile tendenza all’aumento, con costi sociali altissimi. Colpiscono uomini e donne in età sessualmente attiva ma rappresentano un serio problema soprattutto tra i teenagers, a seguito di un più precoce inizio della attività sessuale e per la mancanza di informazione ricevuta. I costumi sociali “consentono” un maggior numero di partners durante la vita e ciò determina una aumentata facilità di contagio. I rapporti anali, siano essi omo od eterosessuali, sono un fattore di rischio aggiuntivo per la maggiore fragilità e suscettibilità alle infezioni della mucosa rettale rispetto all’epitelio squamoso vaginale più resistente.

Nella giovane donna il decorso clinico può essere subacuto ed asintomatico e la diagnosi può così essere posta in ritardo quando l’estensione del processo infettivo/infiammatorio sia giunto alle tube ed agli spazi pelvici, contribuendo a determinare infertilità o rischio di gravidanza ectopica. La condilomatosi da HPV è la malattia a trasmissione sessuale più diffusa. L’incidenza è in continuo aumento tra i giovani. Il ruolo nella genesi del carcinoma spino cellulare e le implicazioni terapeutiche sono presentate in dettaglio.

La gonorrea rettale da Naisseria gonorrhoea può manifestarsi con un quadro di proctite muco purulenta; è la infezione più frequente tra i maschi omosessuali ed è considerata un cofattore nella trasmissione dell’HIV.

Tra le infezioni di specifico interesse proctologico anche la sifilide, la cui manifestazione primaria (sifiloma) può localizzarsi alla giunzione ano cutanea o nel canale anale simulando la presenza di una ragade. La regione perianale può essere colpita anche dalle manifestazioni secondarie della lue (condilomatosi piana) con sviluppo di plurime lesioni papillomatose eso/endoanali che sono difficilmente distinguibili dalla condilomatosi comune. In questo caso la diagnosi è istopatologica sui pezzi asportati; alla chirurgia andrà fatto seguire un adeguato trattamento antibiotico (penicillina, eritromicina o tetracicline) e per la lunga latenza nella comparsa della manifestazione una indagine retrospettiva sui contatti sessuali degli ultimi 12 mesi. La diffusione dei rapporti sessuali orogenitali ha cancellato la distinzione tradizionale tra localizzazioni labiali e non trasmesse attraverso contatto sessuale dell’herpes simplex tipo 1 (HSV-1) da quelle genitali dovute al tipo 2 (HSV-2). Entrambi i sottotipi sono attualmente diffusi nelle due sedi. Poiché come noto, dopo l’infezione, il virus si localizza a livello gangliare, una più alta incidenza di recidive si registra nelle infezioni sostenute da HSV-2. Nei soggetti dediti a sesso anale, particolarmente se omosessuali o bisessuali, l’infezione può avere carattere di cronica attività. L’infezione erpetica può essere trasmessa dalla madre al feto, rendendo quindi indicato parto cesareo.

Anche durante le fasi di quiescenza clinica, il rischio di trasmissione sessuale dell’herpes resta significativo (fino al 70%) ed è più alto per le donne.

Il linfogranuloma venereo, seppur raro, è sostenuto dalla Clamidia trachomatis . Oltre alla sintomatologia genitourinaria, può presentarsi con un quadro di dermatite erpetiforme perianale o come una vera e propria proctite emorragica con possibile fistolizzazione o severa stenosi (restringimento del lume) cicatriziale.

I risultati terapeutici ottenuti nei pazienti con infezione da HIV e il diminuito interesse mediatico nei confronti della malattia, hanno per così dire determinato un falso senso di sicurezza ma non possono fare dimenticare che l’AIDS è e resta una malattia a trasmissione sessuale, indipendentemente dalle abitudini dei soggetti (siano essi eterosessuali, omosessuali o bisessuali) e che la incidenza della siero conversione dopo il calo epidemiologico ottenuto grazie alle campagne di informazione è nuovamente in aumento.

Nei soggetti HIV+ , la patologia anorettale rappresenta la più frequente problematica chirurgica; in questo ambito i condilomi anali sono l’indicazione comune all’intervento chirurgico. La frequenza del carcinoma spinocellulare è maggiore rispetto alla popolazione generale ed i risultati della radio chemioterapia più scadenti. La cosiddetta “gay bowel syndrome” dovuta alla maggiore suscettibilità alle infezioni colo-rettali in soggetti eventualmente immuno- compromessi, grazie ai progressi terapeutici con i farmaci antiretrovirali (HAART), è oggi ben controllabile.